Industria Chimica

I primi 150 anni della Tavola Periodica

Buon compleanno alla Tavola Periodica, da 150 anni simbolo di scoperte e innovazioni di un settore che guarda al futuro. Lamberti (Federchimica): “Simbolo della potenza innovativa della chimica, ma anche occasione di riflessione”.

Il 2019 è stato proclamato dall’ONU l’Anno Internazionale della Tavola Periodica (in inglese IYPT 2019, International Year of the Periodic Table of Chemical Elements). La Tavola degli elementi, di cui il 6 marzo 2019 si è celebrato l’Anno Internazionale, fu scoperta da Dmitrij Ivanoviè Mendeleev esattamente 150 anni fa. Per celebrare l’importante ricorrenza Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica ha dichiarato: “La Tavola degli elementi rappresenta non solo la mappa per tutti i chimici del mondo, ma è un simbolo della potenza innovativa della chimica: uno schema aperto, da arricchire con nuovi elementi ancora sconosciuti. La genialità di Mendeleev risiede anche nell’aver ideato la Tavola lasciando spazi vuoti, da riempire con nuove scoperte, con la consapevolezza che la ricerca chimica, motore fondamentale di innovazione, aveva ancora molto da svelare”.

“Alla chimica e alla sua industria si devono non solo scoperte epocali, ma anche lo sviluppo di processi produttivi che oggi sono alla base della sostenibilità ambientale”, ha proseguito Lamberti. “Basti pensare che, rispetto a 30 anni fa, le emissioni in atmosfera si sono drasticamente ridotte del 95%, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea sui cambiamenti climatici al 2030.

La chimica è un settore tecnologico e complesso, votato alla ricerca. Nell’ultimo decennio gli addetti dedicati alla R&S nell’industria chimica sono aumentati del 70%, a testimonianza dell’impegno delle imprese verso un’innovazione sempre più basata sulla ricerca strutturata. Non solo l’industria chimica è competitiva, ma rende più competitivi gli altri settori, consentendo loro di offrire prodotti a maggiore contenuto tecnologico e con migliori prestazioni ambientali. È stato calcolato che, complessivamente, i prodotti della chimica, in fase di utilizzo, fanno risparmiare in media oltre due volte le emissioni di gas serra che la loro produzione ha richiesto: un rapporto che si stima possa salire a quattro volte entro il 2030.

Un’occasione di riflessione

“L’Anno Internazionale della Tavola degli elementi”, ha concluso Lamberti, “dovrebbe essere anche occasione di riflessione, per comprendere che un paese moderno non può fare a meno di un’industria chimica forte per affrontare in modo efficace le sfide globali nei prossimi anni. L’industria chimica è impegnata al massimo per dare il proprio contributo alla crescita e all’evoluzione tecnologica, migliorando continuamente prodotti e processi, in ottica di sostenibilità. I 150 anni della Tavola di Mendeleev ci dicono che la chimica ha certamente un glorioso passato, ma anche un grande futuro, ancora da scrivere”.

Tra l’altro, nel 2019 ricorre anche il centenario dell’International Union of Pure and Applied Chemistry-IUPAC, l’Unione internazionale di chimica pura e applicataformata dalle varie Società Chimiche nazionali, Accademie scientifiche e altre organizzazioni chimiche. 

Gli ultimi elementi? Sono superpesanti.

La tavola periodica è composta da righe e colonne (dette rispettivamente periodi e gruppi) in cui vengono introdotti gli elementi in ordine di numero di protoni crescente. Se fino ad oggi abbiamo sempre nuovi elementi hanno trovato posto sulla tavola, non è detto che in futuro lo spazio sia ancora molto.

Le ultime aggiunte sono recenti. Nel 2016 sono stati aggiunti quattro elementi: nihonio, moscovio, tennesso (o tennessio) e oganesson (o oganesso). Il loro posizionamento sulla tavola è determinato dalle proprietà chimiche e dal numero atomico, ovvero il numero dei protoni negli elementi: i loro posti sono il 113 (ovvero 113 protoni), 115, 117 e 118. e vanno a completare il settimo periodo (la settima riga).

In generale, gli elementi che hanno più di 103 protoni sono detti superpesanti e sono impossibili da osservare sulla Terra, se non sintetizzandoli in laboratorio. Per queste ragioni, sono anche molto instabili (potrebbero non avere abbastanza tempo per catturare un elettrone e formare un atomo) e tendono a decadere rapidamente. E ancora, sostiene Witold Nazarewicz su Nature Physics Perspective, rientrano in un mondo atomico in gran parte sconosciuto agli scienziati.

 

Per conoscere gli elementi in modo un po’ diverso, potete seguire #bellelemento su Fatti, non fake!, il blog di Federchimica.

www.iypt2019.org

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