Industria Chimica

Mensink (Cefic): “È la chimica europea che fa funzionare il REACH”

REACH è il più vasto Regolamento ambientale emanato dall’Unione Europea e le aziende continuano a lavorare incessantemente per la sua implementazione.

Nel novembre scorso Bjorn Hansen, direttore dell’ECHA, l’Agenzia europea sulle sostanze chimiche, aveva ammesso che due terzi dei casi investigati dai suoi servizi non erano conformi al Regolamento Reach. Nomi e sostanze sono stati, almeno in parte, svelati dall’associazione ambientalista tedesca Bund che ha reso noti i documenti di indagine del Bfr, l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, sulle aziende che impiegherebbero le sostanze chimiche senza i dovuti test di sicurezza preventivi.

Secondo i dati diffusi da Bund in 41 dossier sono ste identoficate 654 società: la maggior parte delle infrazioni societarie in Germania, 169, mentre il Regno Unito ne ha 80, i Paesi Bassi 68, la Francia 56, l’Italia 49, la Spagna 42 e il Belgio 38. I test di sicurezza riguarderebbero il dibutilftalato (plastificante usato nei mobili, giocattoli, carta e calzature), il metilacetato (usato nei prodotti di rivestimento, adesivi e sigillanti, cosmetici e prodotti per la cura personale, prodotti per il lavaggio e la pulizia) e il tricloroetilene (usato in molti processi industriali).

REACH è il più vasto Regolamento ambientale emanato dall’Unione Europea e le aziende continuano a lavorare incessantemente per la sua implementazione. Con l’invio di oltre 90.000 registrazioni per quasi 22.000 sostanze dall’inizio del REACH, l’industria chimica ha contribuito direttamente allo sviluppo del database più completo sulle sostanze chimiche nel mondo. Nessun’altra regione al mondo può essere paragonata all’Europa a questo riguardo o arriva persino vicino alla quantità di lavoro svolto. Il lavoro in cui sono coinvolte sia le grandi sia le piccole imprese è enorme: senza questi lavori i concorrenti extra-Ue sarebbero liberi di competere liberamente sul mercato europeo senza aver fatto gli stessi sforzi.

Afferma Marco Mensink, direttore generale del Cefic: “La qualità dei dati in numerosi fascicoli REACH deve essere seriamente migliorata e saremo completamente trasparenti sulle nostre azioni per porre rimedio, L’industria sta collaborando attivamente con l’ECHA e la Commissione europea per individuare le aree in cui sono necessari miglioramenti. Le questioni sollevate dalla relazione di Bund non sono nuove e le persone coinvolte stanno già lavorando su questi temi, in linea con le metodologie più recenti, la valutazione corretta degli scenari espositivi e un uso migliore delle strategie alternative per ridurre al minimo i test sugli animali”.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio