Industria Chimica

La chimica ritrova il mercato interno: produzione in crescita del 2,6%

Secondo le stime del Centro Studi Federchimica la produzione in Italia cresciuta l’anno scorso del 2,6%. E anche per il 2018, Federchimica si dichiara ottimista, con la previsione di un’ulteriore crescita del +2%. La vera novità risiede nel risveglio della domanda interna, non più confinato solo al settore auto, ma esteso praticamente a tutti i settori clienti.

 

 

Il 2018 segna il decennale dell’inizio della durissima crisi che ha colpito tutta l’industria, una crisi che ormai si può considerare alle spalle, al punto che il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti, dice che “finalmente possiamo guardare al futuro con più ottimismo nella speranza che il quadro politico, nazionale e internazionale, non riaccenda pericolosi focolai di incertezza. Possiamo dire, con orgoglio, che l’industria chimica è tra i settori che meglio hanno saputo resistere e reinventarsi, uscendo in molti casi persino rafforzata nella competizione internazionale”.

Dopo un 2016 deludente, il 2017 restituisce un quadro incoraggiante per l’industria chimica europea e italiana. La ripresa si è finalmente fatta strada e l’Italia – che è il terzo produttore chimico europeo – cresce ad un buon ritmo (+2,5% annuale nel periodo gennaio-ottobre) anche se inferiore alla media europea (+3,7%). Il miglioramento emerge su più fronti, dando solidità alla ripresa:

l’export risulta in forte progresso (+10,3% in valore nei primi 9 mesi a fronte del +7,2% della media manifatturiera) e la chimica si conferma il terzo settore esportatore italiano dopo meccanica e mezzi di trasporto;

tale espansione è diffusa in termini sia di aree geografiche (mercati UE +10,4% e non UE +10,2%), sia di settori (chimica di base +12,7% e chimica fine e specialistica +7,8%);

un quadro internazionale favorevole si accompagna alla buona capacità competitiva delle imprese chimiche in Italia; infatti, dal 2007, il disavanzo commerciale nella chimica di base risulta in calo di oltre 2 miliardi di euro e, contemporaneamente, l’avanzo nella chimica fine e specialistica risulta in aumento di quasi 2,5 miliardi di euro;

se il fronte dell’export è un importante conferma, la vera novità risiede nel risveglio della domanda interna, non più confinato solo al settore auto, ma esteso praticamente a tutti i settori clienti (con la parziale eccezione delle costruzioni che vedono timidi segnali di riattivazione nelle opere infrastrutturali mentre il residenziale non raggiunge ancora la stabilità).

La produzione chimica in Italia è stimata chiudere il 2017 con un progresso del 2,6% frutto del forte slancio dell’export (+5,0% in volume a fronte del +3,5% delle importazioni) e del miglioramento della domanda interna (+2,0%).

 

Situazioni di shortage e forti rincari di alcune materie prime

Se la situazione di domanda è positiva in modo piuttosto generalizzato, le condizioni di redditività risultano più diversificate. I prezzi dei prodotti petrolchimici di base sono in rialzo dai livelli di minima del 2016 (nel quarto trimestre 2017 etilene +9% e propilene +18%) coerentemente con l’andamento del petrolio, che è previsto esaurire la spinta rialzista e collocarsi nel 2018 in prossimità dei 60$. Più a valle persistono, invece, situazioni di shortage di importanti materie prime con fortissimi aumenti di costo per diverse filiere (ad esempio adesivi e intermedi destinati alla cosmetica).

Queste tensioni discendono da una combinazione di fattori di natura diversa: force majeur, nuova politica ambientale cinese e conseguente chiusura delle produzioni più inquinanti che richiedono investimenti ingenti e tempi non brevi per l’adeguamento, offerta europea razionalizzata per ripristinare una marginalità accettabile e che fatica a soddisfare la domanda in fasi di ripresa entrando facilmente in tensione in presenza di force majeur.

 

Nel 2018 robusta espansione dell’attività chimica in Italia

Per quanto concerne l’anno in corso, Federchimica esprime un cauto ottimismo, con la previsione di un’ulteriore crescita del +2%, a patto che il quadro politico – italiano ed europeo – non veda riaccendersi focolai di incertezza. L’export chimico si confermerà dinamico (+3,2% in volume) grazie alla buona intonazione della domanda mondiale ed europea, nonostante il rialzo del cambio euro/$ (già in essere dalla seconda parte del 2017 con effetti di parziale rallentamento sui mercati USA e Cina). Inoltre, si prevede che proseguirà il consolidamento della domanda interna (+1,7%) che, tuttavia, non potrà accelerare in presenza di un fisiologico rallentamento del settore auto e di un recupero ancora troppo timido e incerto nelle costruzioni.

La quota di fatturato all’export, che ormai supera in media il 50% con un incremento di 15 punti % dal 2007, testimonia come il settore abbia imparato a convivere con una crescita del mercato interno vincolata dalle esigenze di graduale rientro del debito pubblico. Il forte riposizionamento verso i mercato internazionali coinvolge le imprese sia a capitale italiano, in molti casi presenti all’estero con propri siti produttivi, sia a capitale estero, per effetto di un processo di specializzazione degli stabilimenti italiani all’interno del gruppo che comporta quote esportate anche superiori al 75%.

www.federchimica.it

 

 

I numeri dell’industria chimica in Italia

 

2016

(miliardi di Euro)

Var. % in volume

2017

2018

Domanda interna

58,7

+2,0

+1,7

Importazioni

34,7

+3,5

+2,5

Esportazioni

27,6

+5,0

+3,2

Produzione

51,6

+2,6

+2,0

Var. del valore della produzione 2007-2017 (%)

-8%

Quota di fatturato all’export nel 2017 (%)

55%

Var. del saldo commerciale 2007-2017 (miliardi di euro), di cui

+4,6

–          chimica di base e fibre

+2,1

–          chimica fine e specialità

+2,5

Quota di addetti dedicati alla R&S (%)

5%

Quota di addetti laureati (%)

19%

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