Eventi

Ecomondo e Key Energy: il report degli eventi di giovedì 7 e venerdì 8 novembre

L’EcoD Tool 2.0 di CONAI, la progettazione di imballaggi sostenibili, l’analisi di Utilitalia sugli RSU in Italia, la consegna del Premio Sviluppo Sostenibile, il, un roadshow CircOILeconomy di CONOU, l’analisi di ENEA sull’efficienza energetica industriale…di questo e di molto altro si è discusso nelle due ultime giornate di Ecomonodo e Key Energy.

ECOMONDO

 Giovedì 7 novembre

 

CONAI ha presentato il nuovo EcoD Tool

L’80% degli impatti che un imballaggio avrà nel corso del suo ciclo di vita è determinato dalla progettazione. Per questo CONAI sostiene e promuove da sempre l’eco-design come strumento fondamentale del sistema dell’economia circolare. A Ecomondo il Consorzio Nazionale Imballaggi ha presentato l’ultimo strumento a disposizione delle aziende per ridurre l’impatto ambientale dei propri imballaggi: l’EcoD Tool CONAI seconda evoluzione, che diventa un vero strumento di eco-design pensato per tutte le aziende italiane aderenti al sistema consortile, in grado di fornire non solo indicazioni sugli impatti ambientali di un imballaggio, ma anche di proporre per l’imballaggio stesso azioni di miglioramento che lo rendano più sostenibile e di rendere possibili dei confronti mediante simulazioni prima/dopo.

Software utilizzabile on-line, l’EcoD Tool CONAI elabora i dati forniti dalle aziende mediante un questionario guidato e fornisce indicazioni sull’impatto del pack in tutte le fasi del suo ciclo di vita in relazione a consumo di acqua, consumo di energia ed emissioni di anidride carbonica.

 

La rivoluzione del packaging

Affollatissimo appuntamento quello dedicato al futuro della progettazione di imballaggi sostenibili, verso un osservatorio permanente dell’innovazione del packaging.

Plastic exit, global e-commerce, automatizzazione dei processi di approvvigionamento dei supermarket, sono solo i più evidenti driver di innovazione che stanno rivoluzionando il mondo del packaging. In questa rivoluzione il design delle confezioni, dei contenitori, dei processi logistici, le nuove materie prime e il risparmio energetico, svolgono ruoli integrati importanti, in particolare per un territorio come quello della Regione Emilia Romagna – la Packaging Valley Europea- uno dei territori più coinvolti nel settore a livello internazionale.

Il convegno organizzato dall’Advanced Design Unit del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna ha mappato le pratiche attuali e i possibili “futuri” di diverse realtà, in risposta alle linee guida legislative e ai cambiamenti dell’ecosistema in atto a livello globale.

“Stiamo assistendo ad una rivoluzione”, spiega Flaviano Celaschi dell’Università di Bologna, “con le industrie che producono macchine per il packaging che si dotano di uffici interni dedicati allo studio delle confezioni, per eliminare inutili sprechi che arrivano spesso dalla creatività esterna, alla ricerca solo dell’impatto estetico. Serve invece grande attenzione a ciò che si diffonde, per eliminare rifiuto dal processo di produzione. Semplificare è la parola d’ordine. Altro tema è un futuro che tende a creare piccole centrali di confezionamento a contatto coi consumatori. Serve eliminare ad esempio l’acqua e per questo avremo macchine per il funzionamento piccole, resettabili e utili a diverse funzioni. Una rivoluzione”.

 

Utilitalia: basta viaggi dei rifiuti tra le regioni

L’Italia ha pochi impianti di trattamento dei rifiuti urbani e ancora ricorre eccessivamente allo smaltimento in discarica. Èquanto emerge dallo studio “Il fabbisogno nazionale di trattamento dei rifiuti” realizzato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) e presentato oggi a Ecomondo.

Nel 2017 in Italia sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (500mila in meno rispetto al 2016). Circa 2 milioni sono state trattate o smaltite in Regioni diverse da quelle di produzione; il flusso viaggia principalmente dal Centro-Sud verso il Nord (il 7% dei rifiuti urbani).

Quanto all’organico, sono state raccolte 6,6 milioni di tonnellate (100mila tonnellate in più rispetto al 2016) e circa 1,3 milioni sono migrate principalmente dal Centro–Sud verso il Nord.

Nel 2017, oltre agli indifferenziati, sono state smaltite negli inceneritori 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani trattati (vale a dire sottoposti a trattamento meccanico e biologico e per questo riclassificati come rifiuti speciali). Circa 650mila tonnellate (50mila in più dell’anno prima) sono state trattate in Regioni diverse da quelle di produzione.

Le discariche sono il sistema di trattamento dei rifiuti con il maggiore impatto ambientale, soprattutto per le emissioni di CO2. Tuttavia, sono state ancora smaltite in discarica 6,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani; 600mila di questi sono stati trattati in Regioni diverse da quelle di produzione.

Secondo l’analisi di Utilitalia – che tiene conto dei target fissati dal pacchetto Ue sull’economia circolare al 2035, e in particolare del raggiungimento del 65% di riciclaggio e dell’uso della discarica per una quota al massimo del 10% – considerando la capacità attualmente installata, se si vuole annullare entro quella data l’export tra le macro-aree del Paese, il fabbisogno impiantistico ammonta a 5,3 milioni di tonnellate.

 

Rifiuti elettrici ed elettronici: 421.344 tonnellate trattate ogni anno

Il 75% dei rifiuti elettrici ed elettronici proviene dal ‘domestico’ e un quarto dal ‘professionale’. Sono oltre 421mila le tonnellate trattate ogni anno.

Lo studio presentato oggi a Ecomondo da Assoraee (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR), ha voluto anche indagare il tema della cannibalizzazione di questi rifiuti, con le conseguenze ambientali che ciò comporta.

La cannibalizzazione è la sottrazione di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, un fenomeno che in alcuni casi inibisce lo stesso riciclo del rifiuto e che rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative nazionali e comunitarie per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le componenti sottratte vanno solitamente ad alimentare un circuito parallelo e illegale di rivendita sul mercato.

Quasi 20.000 tonnellate di questi rifiuti, solitamente le parti più preziose, spariscono spesso dai centri di raccolta e vengono illegalmente rivendute sul mercato, per una perdita complessiva di 14 mln di euro. Pesanti anche le ricadute ambientali causate dal fenomeno, tra cui il rilascio in atmosfera di sostanze ozono-lesive a seguito della rimozione non corretta del motore di frigoriferi e congelatori.

A livello europeo, secondo i dati dell’Associazione EERA (che rappresenta i 30 maggiori riciclatori del Continente), il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno. In Italia secondo lo studio dell’Associazione si superano i 14 milioni di euro, con oltre 19.000 tonnellate di componenti sottratti.

 

Ambiente e turismo: necessari investimenti per un new deal territorial

È arrivato il momento di affermare una filiera della sostenibilità anche nel settore del turismo. Oltre alle scelte green delle strutture alberghiere occorre mettere a sistema i servizi connessi all’ospitalità al fine di parlare di sostenibilità ambientale a 360°. Ne ha parlato il Presidente di Assosistema Confindustria Marco Marchetti al convegno “Reuse, wash green, no waste”.

“L’hotel”, ha detto, “rappresenta la punta dell’iceberg dell’accoglienza. È necessario un New Deal territoriale, con le amministrazioni chiamate a ragionare in termini di filiera, prevedendo anche dei piani di incentivi per chi investe in sostenibilità ambientale”.

Sofia Gioia Vedani, membro del Consiglio Direttivo di Associazione Italiana Confindustria Alberghi ha aggiunto: “L’ambiente non è di moda, è semplicemente tutto ciò che abbiamo; proprio questa consapevolezza ha spinto già da tempo molti operatori ad investire per la tutela del nostro patrimonio sociale ed ambientale adeguando le proprie strutture alle esigenze di un pubblico sempre più attento e sensibile ai temi ecologici e al rispetto del Pianeta”.

 

Premio sviluppo sostenibile alla città di Milano, Mapei e Montagna 2000

 Ecomondo è stata anche la giornata della consegna del Premio Sviluppo Sostenibile, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Italian Exhibition Group. La novità dell’edizione del 2019 è stata l’assegnazione del Premio non solo alle imprese, ma anche alle città italiane. Le tre categorie in gara sono state infatti Green City, in collaborazione con il Green City Network; per le Imprese il settore Economia Circolare, in collaborazione con il Circular Economy Network e le Energie rinnovabili. Tutti sono stati premiati per il migliore risultato ambientale, i contenuti innovativi, la possibilità di diffusione e di buone performance anche economiche.

I tre vincitori sono la città di Milano, MAPEI e Montagna 2000. Al Premio, che ha avuto il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, inoltre, è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica. Accanto alle tre aziende vincitrici, ci sono altre 27 aziende segnalate che riceveranno una targa di riconoscimento. La cerimonia di premiazione è avvenuta all’interno di Ecomondo. alla presenza del Presidente della Commissione Premio Edo Ronchi e di tutta la Giuria, insieme al Presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni.

La città di Milano è stata premiata per le sue innumerevoli iniziative in campo ambientale; Mapei per la produzione del Re-CON ZERO EVO, un additivo innovativo che consente di trasformare il calcestruzzo reso in un materiale granulare che può essere integralmente riutilizzato per la produzione di nuovo calcestruzzo, invece di smaltirlo come rifiuto; Montagna 2000 per la realizzazione della centrale idroelettrica sul tratto acquedottistico di Nola-Frasso, in provincia di Parma.

Fra le città premiate, anche Rimini, per il Progetto Parco del Mare, un’infrastruttura ambientale e funzionale di 15 Km di lungomare dedicata alla qualità della vita e che riorganizza il sistema di mobilità e dei percorsi pedonali davanti alle spiagge.

 

Sostenibilità: Conou e Utilitalia insieme per l’economia circolare delle imprese

In Italia il valore economico dell’olio usato è rilevante, grazie al recupero annuo di oltre 186mila tonnellate di questo rifiuto, il 99% delle quali sono avviate a riciclo tramite rigenerazione, con un conseguente risparmio di 85 milioni di euro di risparmio sulla bilancia energetica del Paese.

Giovedì scorso è stato siglato a Ecomondo il Protocollo d’intesa tra il Conou, il Consorzio nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli minerali Usati, e Utilitalia, la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas. Le regole e le buone pratiche di gestione presso le aziende sono, infatti, fondamentali per garantire la qualità dell’olio usato e la possibilità di inviarlo a rigenerazione.

L’intesa si colloca nel quadro del progetto del Conou CircOILeconomy, un roadshow mirato ad approfondire il dialogo con le imprese per migliorare il processo di gestione e raccolta dell’olio lubrificante usato. Con Utilitalia verrà definito un programma di incontri territoriali con le aziende aderenti alla Federazione che devono gestire e stoccare temporaneamente elevati quantitativi di oli usati, prodotti soprattutto dalle grandi flotte di mezzi (camion e vetture).

 

Termovalorizzazione in italia, alla tavola rotonda di Eco Eridania la situazione italiana tra passato e futuro

Impianti termovalorizzatori: l’Italia è nel passato o nel futuro? Questo l’interrogativo posto alla base della tavola rotonda che si è tenuta questa mattina allo stand di Eco Eridania per fare il punto sui rifiuti industriali e sulla loro possibile valorizzazione. “Per segnare la distanza che c’è tra realtà e narrazione” sottolinea Giovanni Fava, del Gruppo Eco Eridania. “In Italia abbiamo un deficit di impianti”, il motivo conduttore, “e così esportiamo ricchezza altrove”. A differenza di quello che avviene in altri Paesi europei.

A raccontare altri modelli, nello specifico quello tedesco, è stato Karl-Heinz Schneider, del gruppo GSB della Baviera, nei cui impianti vengono trattati anche rifiuti provenienti dall’Italia dove la realizzazione di nuovi impianti, di nuova generazione, viene spesso bloccata dai “no” delle comunità locali.

“Ma non è possibile riciclare tutto”, ha sottolineato il presidente di FISE Ambiente Chicco Testa. “Occorre riciclare il più possibile, ma al 100% non si arriverà mai”.

Ricco ed appassionato il dibattito, al quale ha preso parte, tra gli altri, anche l’assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo.

 

Le bonifiche a vent’anni dalla nuova normativa ambientale. A Ecomondo il punto sulle questioni irrisolte

Affollatissimo questa mattina ad Ecomondo, l’incontro sul tema delle bonifiche dei siti contaminati a vent’anni dalla entrata in vigore della prima normativa ambientale. A fare il punto su dove può arrivare oggi la tecnologia è stato il professor Marco Petrangeli Papini, membro del Comitato Scientifico di Ecomondo, che ha mostrato come con “la tecnologia giusta i risultati ci sono”.

Tra le pre condizioni per una bonifica a regola d’arte “caratterizzare bene i siti”, consapevoli che progettare una bonifica “non è come progettare una classica opera civile”. Tra gli aspetti considerati, quelli giuridici, affrontati dall’avvocato Federico Peres. Dal 1999, con il D.M 471, in tema di bonifiche esiste una procedura che ne detta anche i limiti. Risale invece al 2006 il Testo unico ambientale, “una piccola rivoluzione alla quale, dal punto di vista legale non è seguito nulla di nuovo”.

Tra le problematiche evidenziate, il fatto che “non tutte le pubbliche amministrazioni sono attrezzate per conoscere le ultime novità in fatto di tecnologia”. A fare problema, anche le diverse interpretazioni che si presentano a livello della giurisprudenza italiana. A fronte di alcune questioni consolidate, ve ne sono altre “ancora aperte sulle quali non possiamo dire a che punto siamo”.

 

Acqua e salute al Global Water Expo

Gestione del ciclo idrico e salute: è stato questo il tema al centro dell’incontro di oggi pomeriggio ad Ecomondo, nell’ambito della sezione Global Water Expo. Tra gli argomenti affrontati alla Fiera di Rimini, le soluzioni digitali per l’ottimizzazione dei servizi idrici urbani al centro del progetto europeo Digital Water City.

“Le tecnologie digitali”, spiega il professor Francesco Fatone, membro del Comitato Scientifico di Ecomondo, “possono essere di grande utilità per l’efficienza nella gestione di servizi e risorse idriche, ma anche per pianificare adeguatamente gli investimenti e per contribuire a salvaguardare la salute dei cittadini attraverso sistemi intelligenti ed esperti di early warning”.

Il progetto Digital Water City coinvolge cinque città europee: Parigi, Berlino, Copenhagen, Sofia e, per l’Italia, Milano. Al convegno, organizzato in collaborazione con Utilitalia, sono intervenuti anche esponenti dell’Istituto Superiore di Sanità, per focalizzare l’attenzione sugli scenari legati ai piani di sicurezza nell’ambito della gestione delle acque potabili da un lato e del riuso delle acque reflue dall’altro. Di Piano di Sicurezza dell’Acqua ha parlato nel suo intervento Luca Lucentini, evidenziando la necessità di “chiamare a raccolta tutti i soggetti interessati” affinché l’analisi dei rischi possa essere in futuro sempre più efficace e puntuale. Ha richiamato l’attenzione sulle prossime misure dell’Unione Europea in tema di riuso delle acque reflue – un ambito che in Italia sottosta ad una legislazione ancora particolarmente rigida – Laura Achene: “La bozza di regolamento europeo è in discussione ma non sarà costrittiva,” ha sottolineato. “Ogni Paese potrà decidere se aderirvi”.

 

Economia circolare: il ruolo dell’illuminazione sostenibile

Si è svolta oggi alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group la tavola rotonda “Il ruolo dell’illuminazione sostenibile tra criteri ambientali ed economia circolare”, organizzata da AIDI (Associazione Italiana di Illuminazione), per offrire una panoramica degli aspetti chiave dei CAM (i criteri ambientali minimi dei servizi di illuminazione pubblica) e dell’economia circolare, cercando di analizzare i punti di vista dei diversi attori del processo: dai Comuni ai progettisti, dai produttori alle utility, dalle università ai centri di ricerca.

In particolare, l’evento ha analizzato i punti di forza e di debolezza dell’applicazione dei CAM nell’ambito dell’illuminazione pubblica nel nostro Paese.

Tutti i partecipanti sono stati concordi nel sostenere i seguenti punti: la necessità di “fare sistema” tra i protagonisti del settore per poter creare regole chiare e autorevoli che possano meglio orientare le scelte e le strategie delle Stazioni Appaltanti; la necessità di non aggravare eccessivamente i costi d’investimento per le aziende con l’applicazione dei CAM; l’importanza di dare una connotazione normativa ai CAM, attraverso l’inserimento nel testo anche di una parte relativa al controllo dell’applicazione dei requisiti indicati negli stessi; la necessità di non dover realizzare più censimenti inerenti allo stesso progetto; una maggiore attenzione da parte delle Stazioni appaltanti non solo nei confronti del risparmio energetico, ma anche e soprattutto della riqualificazione delle infrastrutture presenti sul territorio e dei servizi a valore aggiunto.

Sono intervenuti Gian Paolo Roscio (presidente AIDI), Laura Bellia (docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale all’Università degli Studi di Napoli Federico II e responsabile tecnico-scientifico di AIDI), Dante Cariboni (vice presidente AIDI), Laura Blaso (responsabile progetto Pell di ENEA), Paolo Di Lecce (coordinatore Focus Group Luce digitale ASSIL), Fabio Pagano (responsabile tecnico di Assil), Alessandro Grassia (architetto e progettista di illuminotecnica), Cosimo Birtolo (responsabile commerciale di City Green Light) e Giovanni Bianchi (responsabile ingegneria Citelum).

 

2,5 miliardi di euro risparmiati ogni anno grazie all’utilizzo del pallet

“Un mondo senza pallet…è sostenibile?”. È il titolo dell’indagine, i cui risultati sono stati presentati a Ecomondo, in occasione del 1° Pallet Day, realizzata da EPAL Italia e dai ricercatori della LIUC Università Cattaneo.
Partendo da uno scenario surreale di un mondo in cui la logistica avviene senza pallet, l’indagine dimostra come, grazie all’utilizzo di questo supporto, ogni anno si risparmiano 2,5 miliardi di euro.
“Le cifre che emergono dalla ricerca dimostrano come il pallet ricopra un ruolo fondamentale nella logistica e, più in generale, nell’economia del nostro Paese”, ha spiegato Davide Dellavalle, coordinatore del comitato tecnico EPAL Italia.

Secondo la ricerca i vantaggi del pallet sono molteplici: permette di risparmiare 100 euro l’anno per famiglia, diminuire del 18% gli infortuni sul lavoro e ridurre di 12 volte i viaggi necessari alla movimentazione delle merci, con grandi vantaggi per l’economia, per le imprese e per l’ambiente.

Tra le rivoluzioni introdotte dal pallet spicca la semplificazione dello scarico e carico dei mezzi, un’attività che prima dell’introduzione del pallet era svolta “collo a collo” dagli operatori e che, in molti casi, si traduceva in infortuni o malattie professionali. Secondo la ricerca, inoltre, il pallet si dimostra un fedele alleato degli imprenditori perché scegliendo questo supporto l’incidenza dei fenomeni che causano danni alla merce è di 5 volte inferiore; un contributo importante che consente di salvare circa 500 milioni di euro.

 

Call for ideas: premiati i progetti vincitori del concorso di Corepla

Sono tre i progetti che hanno partecipato alla seconda edizione della Call for Ideas di Corepla premiati a Ecomondo, con il comico Leonardo Manera quale presentatore d’eccezione. Una chiamata, quella lanciata dal Consorzio della plastica, che intercetta le buone idee e i progetti innovativi volti a massimizzare le possibilità del riciclo degli imballaggi n plastica.

Oltre 100 i progetti che hanno partecipato all’edizione 2019, dai quali un apposito comitato tecnico-scientifico ha selezionato i tre progetti vincitori, premiati con un assegno da 10.000 euro.

Tigre, acronimo di Time – Gated Recycling of plastics, è il progetto sviluppato dal Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna, che grazie all’inserimento di nanoparticelle di silicio con un codice colore identificativo, punta ad ottenere una miglior sensibilità in fase di selezione degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate e destinati al riciclo.

EcoAllene è il progetto sviluppato dalla squadra di Ecoplasteam che vede la creazione di un nuovo materiale in granulo – realizzato riciclando il film plastico e il film d’alluminio presenti negli imballaggi poliaccoppiati dopo il processo di recupero della cellulosa in cartiera – resistente, stabile, colorabile e nuovamente riciclabile senza che si debbano separare plastica e alluminio.

Infine Anaktite, progetto presentato da un team composto da due ingegneri civili, un designer industriale e un’economista aziendale, è un materiale composito costituito esclusivamente da polvere sia di vetro che di PET riciclato, 100% sostenibile e nuovamente riciclabile, in grado di replicare sia esteticamente che dal punto di vista tecnico le pietre naturali e i compositi di ultima generazione

 

Venerdì 8 novembre

 

Comunicare la sostenibilità ambientale nell’epoca delle fake news

Secondo i dati IPSOS, il 36% degli italiani dichiara di conoscere bene il fattore della sostenibilità: un dato in crescita continua. Ad affermarlo è il presidente dell’ente, Nando Pagnoncelli, questa mattina all’ultima giornata di Ecomondo, in corso alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group, durante il convegno intitolato “Comunicare il valore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica all’epoca delle fake news”, organizzato da ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. “Per avere una coscienza e una conoscenza sull’argomento è necessario informarsi e formare i giovani, come hanno fatto e stanno facendo le scuole, per combattere le fake news. Il dato interessante”, continua Pagnoncelli, “è che, a discapito di quanto venga a volte diffuso, c’è stato un aumento considerevole dell’attenzione al tema della sostenibilità in relazione all’economia e alla qualità. Proprio perché la sostenibilità è finalmente associata alla crescita”.

Di crescita e del rispetto dei propositi dell’Agenda 2030 ne ha parlato anche il professore Enrico Giovannini, ex presidente Istat e ora presidente di ASviS, in collegamento via Skype da Roma: “Dobbiamo decidere dove vogliamo essere davvero nel 2030 e ragionare con un pensiero e una visione integrata e sostenibile”. All’appuntamento, a cui hanno partecipato tanti giovani, si sono susseguiti gli interventi di Donato Speroni, segretario di ASviS e Claudia Caputi, responsabile comunicazione, che hanno evidenziato come la sostenibilità e le questioni ecologiche fossero un problema già anni fa: “L’importante è che oggi non diventi solo una moda, ma che si operi concretamente”.

 

10mila reti da pesca spiaggiate sulle coste italiane. A Ecomondo la battaglia di Legambiente

“Approvare al più presto anche in Senato il disegno di legge Salvamare, promuovere ricerca scientifica, riciclo e produzione di materiali meno impattanti e consentire al mondo della pesca e dell’acquacoltura di essere protagonisti nella lotta al marine litter”. Questo l’appello lanciato da Legambiente dal palcoscenico della Fiera di Rimini, nel corso dell’ormai consueto convegno dedicato al tema Marine litter e blue economy, impatti e soluzioni dal mondo della pesca e dell’acquacoltura organizzato in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico di Ecomondo con Associazione Mediterranea Acquacoltori, Bluemed, Corepla, Enea, IPPR e Clean Sea Life. A presiedere il panel di approfondimento Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, e Fabio Fava, docente dell’Università di Bologna e presidente del Comitato scientifico di Ecomondo.

Sulle spiagge europee finiscono ogni anno oltre 11mila tonnellate di rifiuti provenienti da pesca e acquacoltura,  segnala Legambiente. In Italia negli ultimi sei anni sono state censite dall’indagine Beach Litter di Legambiente oltre 10mila reti per la coltivazione di mitili spiaggiate, una media di 31 pezzi ogni 100 metri di arenile, con punte di presenza in alcune spiagge di oltre il 70% dei rifiuti complessivi. Il coinvolgimento dei pescatori nel recupero di questo genere di rifiuto marino è fondamentale, come dimostrano alcuni progetti sperimentali di fishing for litter. Nel corso di quattro giornate di sperimentazione di “pesca di rifiuti”, svolte tra giugno e luglio 2018 nei porti di Porto Torres, Rimini, San Benedetto del Tronto e Manfredonia, è stato possibile coinvolgere 34 pescherecci e recuperare 1.534 kg di rifiuti, in gran parte plastica.

Le campagne di Legambiente condotte in questi anni hanno consentito di mappare le spiagge più colpite, che risultano essere quelle sul versante Adriatico: il dato più alto è stato registrato sulla spiaggia di Isola Varano, nel comune di Ischitella (FG), in cui le retine erano il 73% di tutti i rifiuti registrati (nel 2017); a Pesaro (nel 2019), sulla spiaggia di Sottomonte Ardizio e a Taranto, sulla spiaggia presso il Parco Cimino, nel 2018 le retine rappresentavano il 50% dei rifiuti monitorati. Un’altra spiaggia particolarmente colpita tra quelle monitorate dai volontari di Legambiente è quella di Canovella de’ Zoppoli, a Duino Aurisina (TS), sulla quale nelle edizioni della campagna dal 2016 al 2019 sono state rilevate calze da mitilicoltura per oltre un terzo dei rifiuti registrati ogni anno di monitoraggio.

 

Come cambia il mondo dell’ELV

Novità e prospettive per il settore dell’ELV al centro del convegno organizzato da Comitato tecnico-scientifico Ecomondo e FISE UNICIRCULAR nella giornata di chiusura del salone di Italian Exhibition Group dedicato alla green and circular economy alla Fiera di Rimini. Un mondo, quello dell’End of Life Vehicles, che sta subendo importanti cambiamenti sui dovuti al progresso tecnologico ed ancora in attesa di una modifica della normativa di riferimento, aspetti sui quali si è cercato di fare il punto nel corso della mattinata, presieduta dal Presidente FISE Anselmo Calò.

Tra le novità, l’introduzione del nuovo Documento Unico di circolazione, in procinto di entrare in vigore. Un nuovo sistema digitalizzato che comporta che anche la demolizione e la radiazione del veicolo dovranno essere fatte in formato digitalizzato. Giorgio Brandi, Direttore del Servizio Gestione P.R.A ha spiegato come cambieranno le procedure per la radiazione digitale.

Sempre in tema di novità, l’avvocato Luca Ceccaroli ha illustrato le procedure e le applicazioni del SIVES, il servizio informatico dei veicoli sequestrati, mentre Francesco Mancini della Segreteria Albo gestori Ambientali ha spiegato come sarà il nuovo Registro rifiuto elettronico e come dovrà essere utilizzato dagli autodemolitori.

Per quanto riguarda le prospettive del settore, Francesco Bonino, responsabile FCA/ANFIA, ha parlato del recepimento delle Direttive del Pacchetto Economia circolare e della revisione della Direttiva 2000/53, Luigi De Rocchi, responsabile R&D COBAT, ha inquadrato i cambiamenti nel mercato e nella gestione delle batterie con l’avvento dell’auto elettrica e, infine,  Danilo Bonato, Direttore Generale di REMEDIA, ha comparato l’attuale sistema di raccolta dei RAEE con l’innovazione nel sistema di raccolta dei veicoli. 

 

Key Energy

Giovedì 7 novembre

 

Wind Europe Association, eolico al 55% nel 2050

Nel 2050 l’eolico potrebbe coprire tra il 50 e il 55% della domanda elettrica e già nel 2027 l’energia dal vento potrebbe essere la prima fonte di energia, tenuto conto che il Piano Europeo fissa l’asticella per le rinnovabili al 32% nel 2030. Le stime arrivano da uno studio presentato a Key Energy (in corso alla Fiera di Rimini fino a domani) da Wind Europe Association, l’associazione europea dell’industria eolica che riunisce circa 400 membri e alla quale aderisce anche ANEV.

Fino all’anno scorso in Europa risultano installati 183 GW di cui 20 offshore. Il dato italiano si ferma a 10 GW che coprono il 6% della domanda del Paese. Interessanti anche le proiezioni al 2023 per l’Europa del Sud: le nuove installazioni potenziali stimano 5 GW in Italia, con un picco tra il 2021 e il 2022. Forte crescita invece per Francia (9,3 GW) e Spagna (8,7 GW). Complessivamente l’Europa dovrebbe installare nuovi impianti per 65 GW nei prossimi cinque anni.

 

ENEA, l’Italia leader in Europa nelle diagnosi energetiche industriali

L’Italia è all’avanguardia nell’efficienza energetica industriale, tanto che il nostro settore manifatturiero assorbe oltre il 50% delle diagnosi energetiche di tutti i 28 Paesi aderenti alla UE. Il dato emerge dal convegno organizzato da ENEA al Key Energy di Italian Exhibition Group e dedicato a questo strumento nato per ridurre ed efficientare i consumi del ciclo produttivo. Dai dati diffusi stamani risulta che sono oltre 16mila gli audit energetici inviati all’ENEA dall’introduzione dell’obbligo per le imprese.

Per agevolare le aziende che non hanno ancora redatto la diagnosi energetica dei propri impianti produttivi entro il 5 dicembre prossimo, Enea ha pubblicato sul suo sito, a disposizione delle imprese, diverse Linee guida e fogli di rendicontazione suddivisi per settore produttivo. In questo modo, l’Enea vuole semplificare il lavoro di raccolta dei dati omogenei in funzione delle caratteristiche dell’impresa. Le guide, infatti, sono state realizzate grazie alla collaborazione con le associazioni di specifici settori.

Obiettivo dei tre convegni organizzati da ENEA alla Fiera di Rimini, quello di fornire soluzioni di efficienza energetica per i diversi settori (residenziale, industria e terziario)  illustrando le diverse fasi di intervento: analisi, realizzazione e gestione

 

RES4MED, in Africa solo il 2% dell’energia è rinnovabile

In Africa 600 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità, il 40% del cibo prodotto deve essere buttato a causa della mancata diffusione di frigoriferi nelle case, mentre solo il 5% delle terre coltivabili è oggi irrigato. Sono le tre grandi emergenze che ancora oggi il continente africano si trova ad affrontare denunciate oggi alla Fiera di Rimini durante Key Solar da RES4AFRICA, l’organizzazione internazionale di RES4MED impegnata nella promozione e sviluppo delle tecnologie rinnovabili.

RES4MED ha inoltre ricordato che – a fronte di condizioni di irraggiamento e ventilazione irripetibili – negli ultimi dieci anni solo il 2% dell’energia viene prodotta da fonti rinnovabili. Il presidente Roberto Vigotti ha menzionato il caso del Kenya, nel quale le risorse geotermiche potrebbero alimentare il 100% dei consumi del Paese, ma il governo ha autorizzato la realizzazione di una serie di infrastrutture per importare carbone via mare, sulla spinta di investimenti stranieri.

“Il grande tema in Africa”, ha detto Vigotti, “riguarda la difficoltà per le disastrate società elettriche africane di portare l’energia all’ultimo miglio, ovvero nei villaggi al di fuori delle metropoli che si stanno estendendo e sovrappopolando come mai in passato, tanto che le città con oltre 5 milioni di abitanti  dovrebbero triplicare entro il 2030”.

 

ASSTRA: le aziende del trasporto pubblico locale tra le imprese energivore

Comprendere le aziende di trasporto pubblico locale nel novero delle imprese energivore. È l’appello lanciato questa mattina da ASSTRA, l’associazione trasporti, in apertura del Forum nazionale dell’innovazione nel trasporto collettivo a Key Mobility, all’interno della Fiera di Rimini in cui si stanno svolgendo Ecomondo e Key Energy. “La lotta per l’ambiente va fatta sostenendo il trasporto pubblico”, ha detto il presidente Andrea Gibelli, “considerati i rilevanti consumi attuali e prospettici di energia elettrica delle nostre  imprese anche in considerazione  della positiva spinta verso il sistema elettrico”. “La manovra economica 2020 non va purtroppo in questa direzione”, ha aggiunto, “perché prevede l’eliminazione del rimborso dell’accisa sul gasolio per autobus Euro 3 e Euro 4”.

ASSTRA, pur condividendone la finalità, parla del rischio di un autogol per l’ambiente. Il taglio comporterà un aggravio fiscale di 60 milioni di euro annui per le aziende del settore e il finanziamento pubblico  è vincolato esclusivamente all’elettrico, all’idrogeno e al metano. Occorre ricordare – fa notare ancora l’associazione – che il sistema autobus elettrico (mezzo+infrastruttura) costa oltre due volte un Euro6 a gasolio (oltre 500mila euro contro 200mila), senza contare che necessita di un tempo di ricarica più lungo. “È di primaria importanza”, conclude Gibelli, “coniugare le ambizioni di riduzione delle emissioni con quelle di abbassamento  dell’età media del parco autobus italiano. Senza questa gradualità  si rischia di mettere in atto un piano di rinnovo della flotta da 3,7 miliardi che tra 15 anni  avrà immatricolato solo 19.886 autobus, a fronte dei 53.173 autobus necessari per arrivare al 2033 con una flotta giovane”.

Il forum, alla sua prima edizione, era dedicato all’innovazione in ambito energetico per aprire uno spazio di confronto in merito alle fonti di trazione a ridotto impatto ambientale per il trasporto collettivo, al miglioramento delle performance ambientali e alle prospettive economiche che l’evoluzione tecnologica sta aprendo.

 

Motus-e, boom di nuovi modelli elettrici dal 2020

Dal prossimo anno assisteremo a un boom nella diffusione di nuovi modelli di auto elettriche.  Diverse case automobilistiche hanno già annunciato per il 2020 la presentazione di mezzi a batteria o ibridi. La previsione arriva dall’incontro organizzato da Motus-E a Key Mobility di Italian Exhibition Group. Già oggi le vendite si sono impennate anche grazie a una serie di incentivi previsti da diverse regioni. Il dato di ottobre registra l’acquisto di quasi 14mila mezzi tra full electric e ibridi (plug-in).

“La vera novità”, ha detto il segretario generale di Motus-e Dino Marcozzi oggi alla Fiera di Rimini, “risiede nel fatto che sono state acquistate il mese scorso quasi esclusivamente auto elettriche, quando le previsioni del PNIEC evidenziano una stima di diffusione futura  che dovrebbe essere molto maggiore per le auto ibride”. Complessivamente sono oltre 35mila le auto elettriche circolanti in Italia, un dato ancora molto limitato rispetto ad altri Paesi e che è stato spiegato nel convegno con un prezzo dei veicoli giudicato ancora troppo alto e con quello, più culturale, della scarsa consapevolezza su come viaggeremo in futuro: in pochi in Italia credono di abbandonare l’auto con motore termico e di guidare un’auto che non sia di proprietà.

 

Il futuro delle smart city a città sostenibile

Cercare di capire come fare a ridurre i costi aumentando l’efficienza e la qualità dei servizi  tra le aziende del settore pubblico e  nei partenariati  misti pubblico e privato. Il tema delle smart cities è stato al centro della tavola rotonda di Città Sostenibile, alla Fiera di Rimini. “Le opportunità per le imprese energetiche e per quelle dell’ICT”, ha detto Gian Marco Revel dell’Università Politecnica delle Marche, “nasce dall’utilizzo delle tecnologie smart in grado di soddisfare già oggi le esigenze di servizi di qualità dei cittadini. A fronte dell’indubbio sviluppo di queste tecnologie, le utilities pubbliche o miste sono chiamate ad affrontare le esigenze di salvaguardia di bilancio che spesso ne limita gli investimenti”.

 

Venerdì 8 novembre

 

Il presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, a Key Energy: “Lavoriamo per l’autoconsumo.”

Passare a un modello energetico decentralizzato e più efficiente. È il tema sollevato da Gianni Girotto,  Presidente della 10ª Commissione permanente Industria Commercio e Turismo del Senato, intervenuto questa mattina a diversi appuntamenti di KEY ENERGY, alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group.

“Il tema centrale per il sistema energetico italiano”, ha detto il senatore, “è agevolare e promuovere la transizione verso un modello  che punti sull’autoconsumo e alla generazione distribuita, come prevedono già le direttive europee. Uno dei primi passaggi è consentire l’esistenza delle comunità energetiche, che possono portare una serie di innovazioni dirompenti, tra cui la possibilità di produrre energia in proprio senza scopo di lucro da parte di associazioni di cittadini, ai quali si possono affiancare enti pubblici come i Comuni”. Per raggiungere questo obiettivo sono necessari una serie di provvedimenti legislativi che rendano più agevole l’iter. Proprio in questi giorni, Girotto ha presentato una serie di emendamenti che consentono la cumulabilità degli incentivi sul Conto Energia con gli incentivi sugli accumuli domestici. Quanto poi al tema della produzione di energia nei condomini, che riguarda venti milioni di italiani, è stato ricordato che ancora oggi chi vive in condominio non può produrre autonomamente la propria energia. Chi vuole installare pannelli fotovoltaici sui tetti può alimentare solamente le parti comuni, ma non può ancora alimentare il proprio appartamento, anche se residente.

 

Italia Solare, il fotovoltaico ha bisogno di semplificazione e di una visione lungimirante

Il fotovoltaico oggi può contare sugli incentivi previsti dal decreto Fer 1, a cui sono ammessi impianti di nuova realizzazione, con una potenza superiore ai 20 kW e che potranno partecipare ai registri se inferiori ad 1 MW o alle aste, se superiori a tale potenza. Lo ha detto Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, in occasione del convegno FV tra incentivi e market parity, tenutosi nell’ultima giornata di Key Energy.

“Un provvedimento che potrà essere di aiuto allo sviluppo del fotovoltaico in Italia, ma la realtà dei fatti è che oggi il fotovoltaico non ha bisogno di incentivi, ma piuttosto di semplificazione normativa, di una politica energetica lungimirante e affidabile che veda nel fotovoltaico un elemento fondamentale per l’attuazione del Pniec e non una minaccia per la sicurezza del sistema energetico”.

Il fotovoltaico, è stato detto all’incontro svoltosi alla Fiera di Rimini, oltre a creare occupazione cinque volte superiore agli impianti per la produzione di energia da fonti fossili, è una tecnologia economicamente competitiva, tanto da poter essere inserita tra i sistemi energetici in grado di partecipare al mix energetico nazionale; quello che manca è un suo accesso al mercato elettrico al pari delle tecnologie fossili.

 

Elettricità futura: il settore elettrico è un’ avanguardia tecnologica

Il settore elettrico sta vivendo una fase di profonde trasformazioni, che lo pone in una posizione di avanguardia tecnologica nel contesto industriale italiano. Generazione distribuita e autoconsumo saranno alcuni dei nuovi modelli di business che si diffonderanno nei prossimi anni e che, insieme allo storage e alla digitalizzazione, modificheranno profondamente il sistema elettrico italiano. È quanto emerso stamani alla Fiera di Rimini durante Key Energy, al convegno organizzato da Elettricità Futura, che ha approfondito le nuove sfide del settore elettrico attraverso la testimonianza di alcune aziende associate come A2A, Asja Ambiente, Enel X, Eni gas e luce, Kenergia e Falck Renewables.

“Risulta fondamentale”, ha detto Andrea Zaghi, Direttore Generale di Elettricità Futura, “ semplificare l’attuale quadro normativo, regolamentare i nuovi sistemi in autoconsumo, assicurare una completa integrazione delle comunità energetiche e delle risorse distribuite nei meccanismi di mercato. Sarà inoltre importante rafforzare politiche specifiche per l’innovazione tecnologica e abilitare il consumatore ad un utilizzo attivo dell’energia. La digitalizzazione e il consumatore sono infatti due ulteriori driver che accompagneranno il nostro Paese verso la transizione energetica”.

 

www.ecomondo.com

www.keyenergy.it

 

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