Tecnologie nel Power

Eolico offshore: tra Rimini e Cattolica un progetto da 330 MW

Al largo della riviera romagnola potrebbe nascere un impianto eolico offshore: è il progetto presentato da Energia Wind 2020 Srl al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) lo scorso marzo.

Presentato da Energia Wind 2020 Srl, i tratta di un grande progetto, molto importante, da due punti di vista: tecnico ed economico. Dal punto di vista energetico, la centrale avrebbe una potenza installata di 330 MW, con una produzione annua di circa 703 GWh/annui di generazione rinnovabile. Dal punto di vista economico, l’investimento per l’eolico offshore è complessivamente di un miliardo di euro. Vediamo di seguito come si articola il progetto.

Il nuovo impianto eolico offshore

Come riportato dal sito della guardia costiera, il progetto preliminare dell’impianto eolico offshore prevede l’installazione di 59 turbine eoliche, di cui 58 da 5.6 MW e 1 da 5.2 MW. Ciascuna turbina avrà dimensioni di hub a 125 m di altezza e raggio del rotore pari a 81 m. La potenza complessiva è di 330 MW. Geograficamente, il sito scelto è il litorale che va da Rimini a Cattolica. La massima distanza dalla costa è di 22 km, la minima di 10 km. Il layout con cui verranno disposte le turbine è mostrato in figura. I tre archi hanno lunghezze di 11.200 m e 13.600 m. I primi due avranno 19 turbine, il terzo ne avrà 21. Le turbine avranno una distanza tra loro di 680 m. La scelta della distanza ha lo scopo di garantire la navigabilità dello spazio d’acque.

Collegamento tra l’impianto eolico offshore e il sistema elettrico

Il collegamento tra gli aerogeneratori e con il sistema di trasmissione avviene come di seguito riportato:

  • gli aerogeneratori sono connessi tra loro in una rete elettrica a tensione nominale 30 kV, costituita da 20 km di cavi elettrici. La rete conterrà due sezioni dell’impianto, costituite dalla suddivisione delle turbine. Ciascuna sezione contiene sei sottogruppi, e afferisce ad una stazione elettrica di trasformazione 30/150 kV;
  • 2 piattaforme marine in acciaio, di forma circolare (circa 40 m. di diametro) che ospitano le due stazioni di trasformazione elettrica 30/150 kV, ciascuna attrezzata con 2 trasformatori da 80/100 MW, apparecchiature, quadri di controllo e manufatti di servizio;
  • 2 condotte elettriche sottomarine composte da 1 terna di cavi in AT 150 kV. Lungo lo stesso percorso sono previsti i cavi della fibra ottica. Le due condotte, lunghe circa 8 km ciascuna, in uscita dalle rispettive stazioni marine di trasformazione si riuniscono in un’unica condotta che raggiunge la linea di battigia con un percorso di circa 10 km e raggiunge un pozzetto in cui avviene la giunzione tra la condotta sottomarina e quella terrestre.

Giunta alla condotta terrestre, ci sarà un collegamento alla stazione di trasformazione 150/380 kV per la trasmissione dell’energia generata. Già nel 2019 è stata ottenuta da Terna la concessione per l’incremento di potenza. L’impianto eolico offshore potrebbe così fornire anche servizi ancillari alla rete elettrica nazionale.

Condizioni anemologiche

La scelta del sito di un impianto eolico offshore (e non) necessita dello studio delle condizioni anemologiche. L’analisi consiste nel raccogliere dati circa velocità e direzione dei venti per un lungo periodo di tempo, e rielaborarli in termini di distribuzioni di probabilità. Quella comunemente più utilizzata è quella di Weibull. In figura sono mostrati rispettivamente la distribuzione di Weibull, e i grafici della velocità, e della frequenza dei venti. Dall’analisi effettuata risulta l’idoneità del sito ad ospitare il parco eolico offshore.

Sostenibilità non solo energetica

Uno degli obiettivi del progetto non è solo quello di promuovere la generazione di energia da fonte rinnovabile, riducendo le emissioni di gas serra, ma anche quello di preservare l’ambiente marittimo. Attraverso un monitoraggio in continuo dello stato di conservazione dell’ambiente e della biologia e avifauna marina, il parco eolico offshore potrebbe rendere importanti informazioni sui comportamenti e sulla presenza ittica e di avifauna, sulle caratteristiche climatiche e meteo marine, sul moto ondoso e la qualità dell’aria, dell’acqua e dei fondali, sui sedimenti, sui microorganismi.

La presenza di nuove strutture potrebbe agevolare la costituzione di aree di tutela per la riproduzione e crescita della fauna ittica, tartarughe, mammiferi marini, con effetti positivi sulla biodiversità, tra cui la creazione di habitat artificiali per gli organismi marini e nuove aree di deposizione delle uova di pesci

guardiacostiera.gov.it

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