Approfondimenti

26° Rapporto annuale Responsible Care: i risultati ottenuti

Responsible Care è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale, con il quale le imprese si impegnano a realizzare valori e comportamenti di eccellenza, nelle aree della sicurezza, della salute e dell’ambiente. Vediamo quali sono i principali risultati di questo 26° Rapporto, presentato da Federchmica.

Il Programma Responsible Care è attualmente adottato in Italia da 1641 imprese associate a Federchimica, che con 30,7 miliardi di euro rappresentano il 56% del fatturato aggregato dell’industria chimica.

Per sicurezza, salute e ambiente le imprese aderenti a Responsible Care spendono strutturalmente ogni anno il 2,5% del proprio fatturato e realizzano investimenti pari al 22% del totale investito.

1 al 31.12.2019

 

 

SICUREZZA

  • La chimica è uno dei settori manifatturieri con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate, migliore del 35,3% rispetto alla media manifatturiera nel 2019.
  • Le imprese aderenti a Responsible Care rappresentano l’eccellenza del settore, con una performance migliore del 31,5% rispetto all’industria chimica nel suo complesso.
  • Gli infortuni sul lavoro sia delle imprese chimiche sia di quelle aderenti a Responsible Care si sono ridotti in maniera significativa e costante negli

 

SALUTE

  • L’industria chimica è tra i settori manifatturieri con le migliori prestazioni in termini di incidenza di patologie connesse allo svolgimento di mansioni professionali in proporzione all’attività lavorativa effettuata (mediamente inferiore di circa il 50% rispetto alla industria manifatturiera).

L’andamento dell’indice di frequenza delle malattie professionali dell’industria chimica – pur caratterizzato da una variabilità anche significativa ma legata alle caratteristiche specifiche del parametro – è in miglioramento strutturale (0,22 nel 2019 vs. 0,43 nel 2010).

 

CONSUMI DI RISORSE

Materie prime di origine fossile ad uso feedstock

  • L’industria chimica ha costantemente ridotto i consumi di materia prima di origine fossile nel corso degli anni, passando dai 10,0 milioni di tep del 1990 ai 6,8 milioni di tep del 2019.

L’indice dei consumi specifici (calcolato a parità di produzione) si è ridotto del 27,2% nel periodo 1990-2018, a dimostrazione che l’efficienza nell’utilizzo delle risorse da parte dell’industria chimica è indipendente dalla congiuntura economica.

Energia

  • L’industria chimica ha ridotto i consumi energetici in valore assoluto del 51,5% rispetto al 1990.
  • Rispetto al 2000, l’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 48,6%. Si stima che l’incremento dell’efficienza energetica dell’industria chimica rispetto al 1990 sia circa del 60%.

Di fatto l’industria chimica è già in linea con gli obiettivi UE che impongono un incremento dell’efficienza energetica a livello comunitario del 20% al 2020 e del 32,5% al 2030.

 

Consumi di acqua

  • L’industria chimica è fortemente impegnata nella gestione efficiente delle risorse idriche.
  • I consumi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care nel 2019 sono stati pari a 1.342 milioni di m3, in linea con i dati dell’ultimo triennio (rispettivamente 1.403 e 1.296 milioni di m3 nel 2018 e nel 2017). Rispetto al 2005, primo anno per il quale si ha un dato significativo e attendibile, la riduzione è stata di circa 800 milioni di m3.
  • L’acqua viene principalmente utilizzata dalle imprese chimiche per il raffreddamento degli impianti (90%) e per la parte rimanente per i processi produttivi, per i prodotti e per la pulizia dei siti. La fonte principale di approvvigionamento è il mare (77,1%) che, insieme all’acqua di fiume (10,8% del totale), viene impiegata proprio per il raffreddamento degli impianti; questo utilizzo comporta un limitato impatto ambientale in quanto la parte di acqua che non evapora durante il processo di raffreddamento viene restituita ai corpi idrici.
  • L’acqua dolce (fiume, pozzo e acquedotto), più pregiata in quanto più scarsa oltre che utilizzabile per numerose altre attività umane, con un utilizzo di 307 milioni di m3 nel 2019 rappresenta quindi solo il 22,9% dei consumi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care; la diminuzione degli usi di acqua dolce rispetto al 2005 è stata del 46,9%, pari a oltre 270 milioni di m3.
  • L’utilizzo di acqua potabile proveniente da acquedotto rappresenta solo il 5,3% dell’acqua dolce (l’1,2% sul totale dei consumi) e nel 2019 è stato di 16 milioni di m3 valore considerevolmente inferiore rispetto al 2005 (circa 20 milioni di m3).
  • Anche l’andamento dei consumi specifici di acqua (ossia calcolati a parità di produzione), si sono ridotti del 31,4% rispetto al 2005. Per l’acqua dolce la diminuzione è stata addirittura del 42,2%, una prova tangibile dell’attenzione delle imprese chimiche per la salvaguardia della risorse idriche del

 

LE EMISSIONI DI GAS SERRA

  • L’industria chimica ha ridotto le emissioni di gas serra del 54% rispetto al 1990 e, anche in questo caso, è già in linea con gli obiettivi dell’Unione europea al 2020 (-20% a livello comunitario) e al 2030 (-40%).
  • Le emissioni specifiche, ossia calcolate a parità di produzione, si sono ridotte del 50,2% rispetto al 1990, testimoniando, anche in questo caso, che l’impegno delle imprese chimiche nella riduzione del proprio impatto sui cambiamenti climatici non è correlata alla congiuntura economica.
  • I miglioramenti ottenuti riguardano principalmente la CO2 e l’N2O. L’anidride carbonica si è ridotta grazie all’incremento di efficienza dei processi di combustione e al miglioramento del mix dei combustibili negli usi energetici (sostituzione olio combustibile con gas naturale maggiormente eco-compatibile); il protossido di azoto è diminuito grazie all’adozione di miglioramenti tecnologici di processo.

 

Le altre emissioni in atmosfera

Le altre emissioni in atmosfera presentano una tendenza in miglioramento non solo nei valori assoluti, ma anche nell’indicatore delle emissioni specifiche, ossia calcolate a parità di produzione; segno quest’ultimo di un miglioramento effettivo dei processi produttivi e delle prestazioni ambientali delle imprese chimiche.

 

Variazioni 2019 su 1989

NOx – 93%

SO2 – 99%

Polveri – 99%

COV -95%

GLI SCARICHI E LA QUALITÀ DEI CORPI IDRICI

  • Anche in questo caso le emissioni specifiche in acqua, calcolate cioè a parità di produzione, continuano a ridursi a dimostrazione di un miglioramento comunque effettivo delle prestazioni ambientali.
  • L’attenzione alla riduzione dell’immissione di inquinanti nei corpi idrici contribuisce al miglioramento della biodiversità dei corsi d’acqua dolce e del mare.

 

Variazioni 2019 su 1989

COD -76%

Azoto -70%

Metalli Pesanti -47%

Fosforo -36%

 

LA GESTIONE DEI RIFIUTI

  • Il nuovo modello dell’economia circolare indirizza le imprese verso una corretta gestione del proprio ciclo dei rifiuti orientato principalmente alla prevenzione della loro produzione, quindi al riuso e al riciclo e solo in ultima ratio allo smaltimento in discarica.
  • Le imprese aderenti a Responsible Care perseguono il modello circolare ponendo quindi in primo luogo particolare attenzione a prevenire la produzione dei rifiuti.
  • La quantità totale di rifiuti prodotti dalle imprese aderenti a Responsible Care nel 2019, è stata di 1,3 milioni di tonnellate (di cui circa un terzo sono rifiuti pericolosi), dato sostanzialmente in linea con gli anni precedenti; molto positiva è invece la quantità di rifiuti prodotti a parità di produzione che è diminuita del 7,7% rispetto al 2017. In altre parole ciò significa che è stata effettuata una maggiore produzione a parità di rifiuti prodotti.
  • Dal confronto tra la produzione di rifiuti totale delle imprese aderenti a Responsible Care con quella complessiva dell’industria chimica in Italia emerge come il dato del campione di Responsible Care sia statisticamente rappresentativo dell’intero settore chimico in Italia (circa il 65% del totale).
  • Un’ulteriore testimonianza dell’attenzione riposta dalle imprese chimiche per contribuire a creare un’economia circolare che tenda a riutilizzare il rifiuto o a trasformarlo in nuova risorsa, la si può dedurre dalla modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti: il 26,8% vengono riciclati e il 38,0% destinati a ripristino ambientale.
  • Il resto dei rifiuti viene smaltito attraverso trattamento chimico, fisico o biologico (13,8%), destinato ad altri trattamenti (11,1%), inviato a incenerimento (5,5%), e solo il 4,8% mandato a
  • La quantità di rifiuti prodotti avviati a riciclo da parte delle imprese aderenti Responsible Care è aumentata dal 23,2% del 2015 al 26,8% del 2019; ancora più significativo il dato relativo ai rifiuti pericolosi avviati a riciclo che passano dal 32,6% del 2015 al 36,5% del 2019, un dato particolarmente importante che evidenzia l’impegno delle imprese chimiche a garantire la migliore destinazione di smaltimento dei propri rifiuti a maggiore pericolosità.

 

www.federchimica.it

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio